Era uno di quei sabato pomeriggio perfetti: una mostra di ceramiche contemporanee alla Galerie des Sélènes della mia amica Valérie Déchaut-Geneste, e al contempo la presentazione di un caffè “come si deve” con Arthur Audibert, della torrefazione L’Alchimiste. Un lungo tavolo pieno di tazzine dalle forme diverse e colorate, pezzi unici firmati dalle migliori ceramiste del momento. Scelgo la mia tazzina, un’opera di Fabienne Withofs, di cui vi parlerò’ in un altro articolo, e sorseggio finalmente un buon espresso. Le chiacchiere, si sa, non seguono una logica e con Valérie mi ritrovo a parlare della torre Pey-Berland accanto alla Cattedrale di Saint-André. All’improvviso Valérie mi domanda: ” Sai in che direzione guarda la Vergine dorata che é in cima alla torre?….” Un consiglio. Non ponetemi mai domande del genere perché, se non conosco la risposta , rischio di passare le giornate su internet o in biblioteca. E cosi’ é stato.
Non potevo assolutamente immaginare, che ci fosse un collegamento fra Pey Berland e l’Italia. Un grande passo indietro é d’obbligo . Stiamo parlando degli anni difficili dello scisma d’Occidente dal 1378 al 1417, quarant’anni di crisi che vede la cristianità di rito latino divisa in due e poi in tre papati. Papi e antipapi si contendono il potere pontificio fra Avignone e Roma. Il cardinale italiano Francesco Uguccione, nato a Urbino in Umbria, viene nominato arcivescovo di Bordeaux nel 1384 e si consacra alla risoluzione dello scisma. Pierre (Peÿ in guascone) Berland , giovane e brillante neo-diplomato diventa il suo assistente personale nei primi anni del XV secolo, lo accompagna in viaggio dapprima in Inghilterra e poi in Italia, dove nel 1409 partecipano al Concilio di Pisa, e in seguito a Firenze dove Uguccione muore nel 1412. E’ Pey Berland che si occupa di tutto e che lo fa tumulare nella chiesa di Santa Maria Nova a Roma.
Mi piace pensare che il giovane guascone ispirato in quel periodo dalle qualità artistiche e culturali italiane fra Pisa, Firenze e Roma, tesaurizzi quest’esperienza e la riproponga nei suoi progetti futuri a Bordeaux. Pey Berland é un vero personaggio, un visionario, un repubblicano ante-litteram, esperto sul piano diplomatico, religioso e politico e dotato di una piĕtas fuori dal comune. Viene eletto arcivescovo di Bordeaux nel 1430 e s’ impegna per la difesa dell’autonomia, della libertà e dei diritti dei bordolesi.
Perciò il mio popolo sen va in cattività per mancanza di conoscimento, la sua nobiltà muore di fame, e le sue folle sono inaridite dalla sete.”.
Pey Berland cita il profeta Isaia (V-13) per dimostrare la necessità di dare un’istruzione solida ai preti e ai fedeli. Fonda l’Università cattolica di Bordeaux nel 1441 (chiusa a causa della rivoluzione francese nel 1793) e in seguito il collège Saint Raphaël nel 1442.
Saint Raphaël proprio come il nome del piccolo borgo vicino ad Avensan, nel Médoc, dove Pey nasce nel 1370.
La torre Pey Berland, la cui prima pietra viene posata dallo stesso Pey Berland nel 1440, rappresenterà il simbolo di un rinnovamento religioso tanto auspicato.
“Toi qui admire cette tour à la base échiquée, sache qu’ayant été commencée sous d’heureux auspices, le six des calendes d’octobre 1440, elle prolonge ses fondements jusqu’à la prise d’eau de la fontaine qui jaillit tout auprès. La première pierre a été posée par Pey Berland, archevêque de Bordeaux dont le peuple se glorifie d’âge en âge”.
recita l’iscrizione della placca commemorativa posta sulla facciata nord della torre, a destra della porta d’entrata. Nel 1863 la torre subisce un restauro totale e viene abbellita con una statua, Notre-Dame-d’Aquitaine, creata dal maestro dell’oreficeria francese Chertier. La Vergine, posta a 50 metri d’altezza viene ridorata nel 2002, diventa patrimonio mondiale Unesco e parte integrante del cammino di Santiago di Compostella.
Da oltre un secolo lo sguardo della Vergine é rivolto proprio verso quel piccolo borgo del Médoc, Saint-Raphaël, che ha visto nascere l’uomo nobile e illuminato, che ha marcato una delle fasi più importanti della nostra città. Uno sguardo sereno, benevolo e fiducioso che continua a proteggere dall’alto la nostra bella Bordeaux.
Un ringraziamento speciale al fotografo Nicolas Duffaure per le sue eccezionali foto di Bordeaux.